IGP: TERRITORIO E DISCIPLINARE

Sincera come la tua terra

Ottenuta nel 2016 – dopo un lungo percorso intrapreso da A.P.A.R. (Associazione Produttori Anguria Reggiana) con l’appoggio della Provincia di Reggio Emilia – la certificazione IGP sancisce la qualità di quella che è una coltivazione dalla tradizione secolare nella bassa reggiana.

Una commistione di terreni fertili – quelli tipici della zona vocata di produzione -, di biodiversità locale e cultura di un territorio, cresciuto in simbiosi con le coltivazioni di anguria, è il segreto di questa eccellenza dal gusto e profumo inconfondibili.

Da febbraio 2020 A.P.A.R. è diventato Consorzio di tutela dell’Anguria Reggiana IGP.
Pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana (Guri n. 99 del 15/04/2020) il riconoscimento del Consorzio di tutela dell’Anguria Reggiana Igp.

L’Anguria Reggiana è l’unica in Italia e in Europa ad avere il marchio IGP.

IL DISCIPLINARE

IGP (indicazione geografica protetta) non è solo il riconoscimento di un’eccellenza del territorio, ma garanzia per il consumatore. Infatti Anguria Reggiana è coltivata nel rigido rispetto del disciplinare di produzione IGP che, in sintesi, decreta:

– Solo 3 varietà sono Anguria Reggiana IGP
– Il grado zuccherino minimo garantito
– Cresciuta solo su territorio vocato
– Sottoposta a controlli quotidiani
– Raccolta a mano e picchietta una ad una
– Nessuna conservazione in frigo
– e molto altro

È Anguria Reggiana IGP
solo quella coltivata in quest’area

Foto storiche: Garibaldi e l'Anguria Reggiana IGP - Famiglia di coltivatori che raccoglie cocomeri anni '70

STORIA

La tradizione di coltivazione dell’anguria è secolare nella bassa reggiana.

Arrivata in Italia nell’undicesimo secolo, portata dagli arabi, viene prima coltivata al sud per giungere poi fino al reggiano dove diventa una coltura radicata.
Sempre presente nei banchetti delle famiglie nobili durante il rinascimento, la sua larga diffusione ne fa poi un cibo di sussistenza per le famiglie contadine nell’Ottocento.

Famoso è l’episodio, oggi oggetto di rievocazione storica a Gualtieri (RE), di Garibaldi che durante un suo viaggio, il 19 agosto 1859, decise di fermarsi alla vista di alcune angurie esposte in un negozietto. Assieme ai sui ufficiali di scorta accaldati, volle degustare e rinfrescarsi con questo prodotto tipico locale, rimanendone estasiato.

I primi censimenti agricoli, apparsi nell’800, documentano come i coltivatori di Novellara (RE) eccellessero nella coltivazione del cocomero, dimostrando un alto livello tecnico, non riscontrato dai testi scientifici dell’epoca in altre aree. Segno che secoli di tradizione colturale avevano affinato le tecniche fino a farne un prodotto ineguagliabile già nell’800.

I grandi cambiamenti, intervenuti dopo la seconda guerra mondiale, nell’agricoltura hanno portato l’ulteriore perfezionamento qualitativo di questo frutto, arrivato ad essere, ai giorni nostri, una delle eccellenze italiane più apprezzate.

Oggi l’Anguria Reggiana è un’importante realtà che ha conquistato il mercato per il suo sapore unico, la sua tradizione e il legame con il territorio.